STORIA E FOTO
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Grande scienziato, ottimo professore, perfino autore di libri divulgativi, il più recente dei quali, “Il grande spettacolo del cielo”, è al centro della nostra prima interazione. Perlomeno, probabilmente ce ne erano state in precedenza, ma Andre non se le ricorda (non è un gran dire, non si ricorda cosa ha mangiato oggi a colazione).
Comunque, vacanzina di Scienze e Poli a Cervinia del 2018: Andre per la prima volta ha coronato il sogno della sua vita ed è dietro al Banco Libri; la Ire è una delle poche vere acculturate, per cui ovviamente si ferma sempre a dare un’occhiata ai libri esposti. Un pomeriggio, lei si fa anche convincere ad acquistare il suddetto libro, ma non avendo soldi con sé promette di ripresentarsi il giorno dopo. Se non che Andre, dimenticatosi dell’interazione del giorno precedente, tenta di convincerla non a comprare il libro che desiderava, ma un capolavoro di Steinbeck che aveva fatto acquistare al banco libri e che nessuno considerava... Insomma, il classico colpo di fulmine.
Se ciò non bastasse, il professor Bersanelli è uno dei capisaldi di Associazione Euresis, con la quale abbiamo entrambi a lungo collaborato. Saranno state le continue occasioni di interazione diretta, la comune fascinazione per il “Hyppocampus bargibanti”, i turni insieme nelle torride estati riminesi a spiegare cose al di fuori dei nostri ambiti di studio, ma sicuramente il lavoro sotto la continua tutela del professor Bersanelli è stato luogo privilegiato che ha permesso il fiorire di una bellissima amicizia.
Simone Pepe? Federico Marletta? Don Pepe? No, proprio la spezia, quello nero che fa starnutire anche le persone più composte.
Prima di uno degli incontri dell'Associazione Euresis con il già citato professor Marco Rinaldo Fedele Bersanelli, mentre l'amicizia cominciava a fiorire, Andre decise di chiedere alla Ire un aiuto a cucinare in oratorio per cenare con i partecipanti all'incontro. Non era ancora consapevole che la Ire lo avrebbe proprio conquistato prendendolo per la gola.
Dopo aver deciso di cimentarsi con i bucatini cacio e pepe, tra le file del Carrefour di via Spinoza, cercandosi in chiamata e con le mani piene di pasta, Andre mise inavvertitamente in tasca il pepe e se ne ricordò solo una volta uscito dal supermercato. Questo episodio gli costò molte risa e prese in giro da parte della Ire, che non fecero altro che stringere di più l'amicizia.
Inutile dire che Andre, pentito del suo furto inconsapevole, lasciò il pepe incriminato in dotazione all'oratorio, si confessò, ma nonostante ciò sente tuttora il peso della spezia non pagata.
Nessuno dei due lo conosce direttamente, ma inavvertitamente ci ha dato l’occasione di approfondire ulteriormente, in particolare durante le grigie giornate torinesi, un’amicizia che era nata a Città Studi . Questo personaggio è stato infatti l’ideatore e il fondatore di MotoGP Manager (la magia del fantacalcio, ma in uno sport serio) e ci ha fatto scoprire di avere molte cose in comune, l’antipatia nei confronti di Lamentino Rossi, l’ammirazione per il talento cristallino di Fabio Quartararo, la forte convinzione che Dani Pedrosa si sarebbe meritato di vincere almeno un mondiale…
Poi certo, abbiamo anche scoperto che uno dei due (non si dice chi) ha supportato sin dall’inizio il più fulgido astro dei piloti italiani, già bicampione del mondo che avrebbe meritato anche un terzo titolo non fosse penalizzato da un sistema che sparpaglia punti invece che premiare le vittorie in gara, in un binomio moto-pilota italiani che non si vedeva dai tempi di Agostoni, finalmente dando all’Italia un nuovo volto che allontani dall’immaginario collettivo quello sborone di Rossi… l’altra, invece, (non si dice chi), “tIfO maRQuEz pErcHé vInCe !!1!1!!!11”.
Però ci sposiamo lo stesso.
Matematico e scienziato italiano, noto per la collezione di parti anatomiche e per l’invenzione del forno crematorio, ma soprattutto per aver prestato il proprio nome alla piazza in Città Studi tra via Ponzio, via Mangiagalli e altre vie che ci interessano ben poco. Nell’omonima piazza, noto punto di ritrovo della comunità di matematica e di altri scienziati in fuga dalla propria comunità, si sono svolti innumerevoli pranzi, merende, gelati, chiacchierate… Ma soprattutto, su una delle panchine nella stessa, sotto i tigli rigogliosi (in rumeno si dice “Dragostea din tei”, ndr), poco prima che iniziasse a piovere in un uggioso pomeriggio di fine aprile, sono state pronunciate le più poetiche parole nella lingua italiana: “Beh, ci sta”.
Spesso, le decisioni più importanti ci prendono alla sprovvista, nei momenti più inaspettati. Proviamo a magari a farci dei piani, a pensare in anticipo come dovrebbero andare le cose, a pianificare nei minimi particolari come comportarci per poi trovarci spaesati nel momento in cui accadono. Sarà l’emozione, la tensione, la consapevolezza di avere tutti gli sguardi puntati su di sé, che anche di fronte alle cose più banali (tipo una rimessa laterale all’altezza della propria area) non ci sentiamo all’altezza della situazione e tutte le certezze crollano. L’unica cosa che si può fare è reagire affidandosi all’istinto, sperando di azzeccarla. E può andare in entrambi i modi.
Purtroppo c'è a chi va male, come al povero Ionit; tuttavia, allo stesso tempo, lo stesso gesto può aiutare qualcun altro a maturare una maggior consapevolezza che quanto accaduto quel pomeriggio stesso possa essere cosa buona e giusta. Quel momento fu sia per la Ire che per Andre un segno, uno dei tanti, per guardare con fiducia al futuro, sicuri che conta più guardare quello che ci si trova davanti piuttosto che perdersi nei propri pensieri. Non come il povero Ionit, che invece si dimentica del tutto di Sansone lì dietro di lui.
Indubbiamente, il più grande poeta italiano contemporaneo. Ha bisogno di poche presentazioni, ma la sua musica semplice ma coinvolgente ha saputo dare voce ai pensieri di un’intera generazione di giovani italiani intenti a scoprire gioia, dolori, successi e delusioni. Le sue canzoni sono state sottofondo costante per noi due (per qualcuno forse un po’ di più, ecco…), in particolare nel momento drammatico della prima partenza per Vienna. Ma, con ogni viaggio di avvicinamento o allontanamento, è stato sempre più bello riscoprire che “col tuo aiuto tutto passerà, senza accorgermene tutto passerà”.
Purtroppo è interista.
Sì, il fratello maggiore, meno conosciuto e più scarso, dell’innominabile. Per anni, la punchline di qualsiasi battuta sul livello dei giocatori del Milan e sul ruolo dei terzi portieri. O sui soldi facili ottenibili tramite il nepotismo all’inverso (nonnismo? ziiismo?). Oltre a ciò, per la gioia della Ire, ormai inevitabilmente legato al giorno della proposta di matrimonio.
Perché, prima di giungere alla dimora Marletta, qualcuno (non si dice chi, ma deve ad Andre ancora un panino alla coppa), ha sostituito la figurina di Tonali, che Andre tiene tuttora nella cover del telefono, con quella del Grande Totorumma. All’osservazione spiritosa del fatto, è seguito il celebre “ci sta, ma siediti un attimo sul divano” da cui nacque la conversazione che, nel modo meno spettacolare possibile, si è tramutata in proposta di matrimonio.
Tutto questo per poi andare insieme a San Siro la sera stessa e vedere lo stesso Antonio Donnarumma scendere in campo per il riscaldamento come terzo portiere del Torino. Coincidenza?
(17.08.24, Milan-Torino, 2-2, gol di Okafor al 94’)
Un’altra delle cose che abbiamo in comune è un’adorazione per l’Esselunga. Nulla di strano no? A questo naturalmente consegue una diffidenza insita nei confronti della Coop. Ma si fa di necessità virtù: dopo non aver trovato la copia de “I Miserabili” che avremmo voluto acquistare e preso un gelato non servito da futuri chirurghi, siamo passati dalla Coop, unico supermercato dei dintorni, per prendere giusto due cose per un aperitivo. Giusto in tempo per scoprire, alle 17:05, che a causa di un evento al Carroponte non sarebbe stato possibile acquistare alcolici dopo le 17:00, in maniera assolutamente inderogabile (a meno che, a quanto pare, non stavi simpatico alla cassiera).
Evidentemente Andre non sta molto simpatico alle cassiere. Per fortuna la Ire conosce qualcosa noto come “deeplomatia” (penso si scriva così) e ha insistito per passare dal centro assistenza, dove una signorina molto comprensiva ci ha permesso di rientrare a recuperare due birre. Grazie alla signorina, Andre ha potuto sbollentare un poco e convincere la Ire ad andare a fare il suddetto aperitivo a Montevecchia, notoriamente tappa spontanea nel tragitto tra Sesto e Bresso, dove, insieme a Leffe e patatine San Carlo 1936, la aspettava anche un anello di fidanzamento.